Lei lascia la sua città natale per inseguire un sogno, poi diventato realta. Cosa si prova a lasciare tutto all’improvviso e a vivere una reatà compleatamente diversa da quella che si è vissuta fino al giorno prima? All’inizio mi sembrava di vedere un film, di cui io stesso ero protagonista. Un film a cui partecipavano Dalla, Battisti, De Gregori, Renato Zero, prima del successo,Venditti, Cocciante, Rino Gaetano, agli esordi. Mi girava la testa vorticosamente. Poi mi sono abituato e dopo un po’ sono diventato amico-collega di tutti e quando ci si incontrava al Bar era un momento per “cazzeggiare” o per parlare di calcio o di Belle donne. Come nascono i Pandemonium?Da un’idea della R.C.A. di costituire un Laboratorio di tutti i forti talenti emergenti (c’era con noi anche Amedeo Minghi, Giorgio Bettinelli, Dario Farina). Poi io scrissi “Tu fai schifo sempre” che portammo a Sanremo nel 1979. Ne ero interprete e protagonista,un boom spaventoso,da allora il laboratorio Pandemonium diventarono “Il gruppo di teatro-canzone” I PANDEMONIUM. A Sanremo eravamo Dieci, ma subito rimanemmo in cinque (quelli che siamo tutt’ora). Altre canzoni di successo coi Pandemonium “Fatte Cura’”, “La Colpa è di Maria” e circa 10 LP e CD e tanto teatro con Rascel, Bramieri, Gigi Proietti, Gabriella Ferri,Pippo Franco,Oreste Lionello... Ha lavorato con molti autori e cantanti di un certo livello, qual è stata l’esperienza più bella della sua vita? Ho avuto rapporti di collaborazione con i piu’ grandi Artisti Italiani.
Un’esperienza fortissima (divertente e dolorosa) è stata la partecipazione con Rino Gaetano al Sanremo’78 con Gianna. Fra tante esperienze importantissime è fondamentale il fatto di essere diventato autore del Mitico Gigi Proietti ed inoltre l’ultimissimo evento che mi ha emozionato e commosso è stato il Fatto che il geniale Renzo Arbore insieme a V. Marsiglia ha cantato nel libro-dvd “Come si ride a Napoli”, la mia ultima follia Il “Canto malinconico”inserendomi nel libro, con due mie canzoni, come uno dei piu’“significativi” autori umoristici dai primi del ‘900 ad oggi. Perché “Storie disordinate di straordinaria ordinarietà”? 3 anni fa avevo pubblicato un mio divertissement iperbolico e paradossal: Storie disoridnate di straordinaria ordinarietà. L’ho chiamato cosi’ perché molto più affascinante incontrare la straordinarietà nell’Ordinario quotidiano che nel già non-ordinario. Cosa ne pensa della Fiera dell’Autore? Della Fiera dll’Autore ne penso un gran bene. E’ un’idea innovativa.
Io ho partecipato due volte alla Fiera del Libro di Torino e a molti Premi Letterari e li ho trovati confusi e melensi. Come immagina il suo futuro? In futuro so che continuerò a produrre nuove canzoni, molti testi teatrali e molti romanzi e raccolte di Poesie. Questo per quanto riguarda il lato artistico. Ho trascorso la mia vita cercando di capire che cosa avrei voluto essere “da grande”. Ora che sono, anagraficamente, grande, ho capito che avrei voluto diventare semplicemente (si fa per dire) un uomo. Ce la sto mettendo tutta. Ma costa fatica, credetemi! Costa un’immane fatica! Io ci sto provando e continuerò a farlo fino alla fine dei miei giorni. E, se non ci riuscirò, vorrei che rimanesse di me, comunque, il ricordo di uno che ha cercato per tutta la vita di essere degno di appartenere a quella categoria , sempre più rara, se non addirittura in totale Via di Estinzione, che viene definita umanità.
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